IL CANCRO DELLA CORTECCIA DEL CASTAGNO
ALCUNI UTILI SUGGERIMENTI PER COMBATTERLO

 

 

 

Proposte di intervento

Qualsiasi tipo d'intervento da effettuarsi nei castagneti presuppone una conoscenza dettagliata della situazione fitosanitaria ai fini di una precisa valutazione degli scopi da perseguire e delle modalità da applicare.
Al riguardo i rilievi preliminari effettuati in alcuni cedui situati ad ALLUMIERE E TOLFA hanno permesso di localizzare, evidenziandone la virulenza, i castagneti colpiti dal «mal dell'inchiostro» e dimostrano che l'incidenza del cancro della corteccia è molto variabile infatti: in cinque aree si sono rilevati i valori minimi, mentre quelli massimi si sono verificati soltanto in una.
Sulla base dei dati raccolti è evidente la necessità di un'indagine fitosanitaria dettagliata che non dovrebbe incontrare difficoltà in quanto la maggioranza delle selve castanili è circoscritta nel territorio dei Comuni di Alumiere e Tolfa   Un'iniziativa del genere permetterebbe l'elaborazione di un modello d'intervento, le cui indicazioni, necessarie verifiche, potrebbero essere altrove trasferite.
Nel caso di attacchi di "mal dell'inchiostro" il futuro delle piante è seriamente compromesso perché non esiste alcun mezzq di lotta efficace contro questa malattia quando si manifesta negli impianti. Pertanto gli unici interventi prospettabili per i castagneti da frutto sono quelli conservati vi e saranno adottate tutte quelle pratiche atte a limitare le infezioni e i danni. Sono da eseguirsi: sconcamenti alla base degli alberi colpiti, nel caso di esemplari di pregio o in particolari condizioni, eliminazione dei ristagni d'acqua e soprattutto potature e capitozzature anche estese e da effettuarsi poco al disotto di quei rami che portano foglie normali per dimensioni e colore. la capitozzatura, stimolando l'apparato radicale a produrre nuovi elementi, ridona alle piante nuova e vigorosa vegetazione.
Se cedui castanili appaiono dati dalle infezioni della malattia, sarà consigliabile procedere al taglio raso o alla sostituzione di tali soprassuoli con altri resistenti o meglio immuni al "mal dell'inchiostro".  Nei terreni infestati dalla malattia, previa messa a dimora di piante di varietà giapponesi, presumibilmente resistenti, non si potrà procedere a nuovi reimpianti di castagno prima che siano trascorsi almeno l0 anni. molto incoragianti invece sono le prospettive di lotta contro il cancro della corteccia.

 

 

ESEMPI DI CANCRI DELLA CORTECCIA DA MANTENERE CONTENENTI IPOVIRULENTI

Nei castagneti d'alto fusto, spesso innestati con varietà pregiate di «marroni» o su quelli che caratterizzano il paesaggio assolvendo così a funzioni turistico-ricreative possono essere effettuati tutti quegli interventi atti a migliorame lo stato vegetativo. 
Presupposto fondamentale è che le piante siano in ripresa vegetativa e lo si può constatare dalla ricostituzione delle chiome, potarure e ripuliture delle branche e dei rami uccisi dal cancro, doppiamente quanto non solo si rinvigoriscono così le piante, ma anche si riduce il potenziale d'inoculo dei cancri più dannosi, impedendone la diffusione; Allo scopo è fondamentale che le ferite siano protette dalle nuove infezioni di C. parasitica.
 Sono disponibili in commercio mastici e prodotti efficaci, contenenti anticrittogamici o cicatrizzanti, ma purtroppo il loro costo è elevato e ciò ne limita fortemente l'uso.
Dai risultati ottenuti, incoraggianti possibilità di utilizzazione si delineano somministrando sulle superfici di taglio miscele
pennellabili, attualmente in fase di ricerca. le suddette miscele trovano impiego per quegli interventi di "scarnificatura" volti ad eliminare dalla corteccia le infezioni iniziali, non piu grandi di una monetina e che possono comparire ad es. sui semenziali e sui polloni innestati. La disponibilità di un preparato biologico pennellabile semplifica notevolmente la manualità del metodo indicato da Weidlich (1978) per eradicare i cancri e basato sull'efficacia di compresse di suolo applicate alle infezioni. Il risanamento dei rami o dei polloni anche artificialmente infettati con isolati di C. parasitica, noti per la loro virulenza è stato ottenuto, quando le compresse erano state applicate per oltre un anno.
Occorre tener presente che tali tipi d'intervento hanno valore momentaneo in quanto gli alberi così risanati soggiacciono alle nuove infezioni della malattia. Prospettive piu concrete e durature sono offerte dai cancri «cicatrizzanti» che pur presenti nei castagneti permettono la sopravvivenza delle piante attaccate.
Gli isolati ipovirulenti di C. parasitica caratterizzano uno dei piu efficienti meccanismi di lotta biologica perché trasmettono mediante anastomosi  l'ipovirulenza e cioè il ds-RNA che la determina, a quelli più pericolosi che vengono cosi convertiti in ipovirulenti e sono in grado di trasmettere a loro volta la ipovirulenza.
Fattore limitante è la
scarsa produzione di picnidi, devoluti alla diffusione che caratterizza gli isolati ipovirulenti e quindi

 

CANCRO CICATRIZZANTE  IPORVIRULENTO

i cancri da essi originati presentano bassi potenziali d'inoculo per le nuove infezioni. 
Ne consegue che i cancri cicatrizzanti dovranno essere presenti in quantità massiccia nei castagneti e soprattutto in quelli da frutto, nei cedui sia innestati con varietà pregiata di marroni che riconvertiti ad alto fusto nonché nei nuovi impianti per la costituzione dei frutteti di castagno. Tanto piu che gli alberi innestati contraggono le infezioni del cancro in tutte le loro parti come avviene nei boschi di castagno. 
Le possibilità di salvaguardare gli impianti con i cancri cicatrizzanti appaiono molto realistiche e dovranno essere attuate altrimenti tutto il lavoro svolto sarà irrimediabilmente perduto per il diffondersi degli attacchi piu pericolosi. 
Se le infezioni naturali cicatrizzanti appaiono limitate come quantità nei castagneti o addirittura assenti si dovrà procedere alle inoculazioni artificiali con isolati ipovirulenti selezionati, condizione fondamentale è la determinazione dei gruppi di compatibilità vegetati va verificabile in saggi di laboratorio e necessaria per quantificare la popolazione degli isolati virulenti insediatisi nel territorio. 
La convertibilità degli isolati virulenti, afferenti ai gruppi di compatibilità vegetati va determinati, con quelli ipovirulenti ottenuti dovrà essere verificata in prove di laboratorio. Recenti ricerche hanno dimostrato l'efficacia di almeno quattro isolati ad ampio spettro di convertibilità. Sia per scopi curati vi che preventivi è auspicabile l'uso di tali miscele rispetto ai singoli isolati ipovirulenti per il fatto che esse si sono dimostrate attive anche .contro gli isolati virulenti di differente origine geografica. 
La manualità delle inoculatzioni artificiali è stata notevolmente semplificata grazie alla disponibl tubetti spremibili contenenti gli isolati ipovirulenti. Circa la quantità delle inoculazioni da effettuare nei castagneti, Bisiach e altri riferiscono di aver ottenuto incoraggianti risultati inoculando in una fustaia e in un ceduo, di 21.000 mq ciascuno, rispettivamente l0 e 39 cancri. Grente e Sauret riferiscono di aver ottenuto l'insediamento dell'ipovirulenza nei castagneti inoculando con gli isolati ipovirulenti 400 cancri/Ha, ma è consigliabile aumentarne la quantità dato che i cancri cicatrizzanti originati da tali isolati, presentano scarse fruttificazioni picnidiche e di conseguenza una minor produzione d'inoculo. 
Le inoculazioni artificiali sia preventive che curative allo scopo di diffondere negli impianti, qualora risultasse assente, l'ipovirulenza, possono essere eseguite sia nei cedui che nei castagneti da frutto. 
Sono preferibili i primi perché infettando i polloni delle ceppaie si
costituiscono dei nuclei di diffusione molto efficienti per la maggior superficie suscettibile. Se si dovesse intervenire nei castagneti da frutto è necessa rio eseguire le inoculazionì o sui semenziali o su grossi riscoppi di vegetazione che si originano alla base dei tronchi. E' consigliabile effettuare le inoculazioni nei cedui, eventualmente presenti ai margini dei nuovi impianti di frutteto di castagno. 
Al regresso della malattia che si sta verificando un pò dovunque in Italia, si contrappongono gli intensi attacchi del cancro sugli innesti e soprattutto sul punto d'inserzione
delle marze sul soggeto.
Anche gli isolati ipovirulenti di C. parasitica una volta insediatisi sul punto
d'innesto, si comportano come quelli più dannosi determinandone il fallimento. 
Tutti i tipi
d'innesto fra quelli più comunemente usati e cioé: a spacco, a triangolo, a corona e a zufolo sono suscettibili alla malattia.
Una serie di rilievi ha messo in evidenza che l'ingresso del patogeno è favorito dagli ampi tagli e dalle ferite praticate sul soggetto durante l'esecuzione degli innesti. 
Altro fattore predisponente è il rilascio di marze non attecchite sui soggetti ed è buona norma procedere
alla loro rapida eliminazione in guanto impediscono i processi di cicatrizzazione. 
Gli intensi attacchi di C. parasitica sui soggetti possono essere dovuti: alla minor vigoria causata dall'effetto mortificante della capitozzatura, alla suscettibilità delle aree generatrici e alla lunghezza dei processi di saldatura e cicatrizzazione.
 
Infatti gli attacchi sono stati rilevati con minor frequenza su quei tipi d'innesto meno traumatizzanti, come quelli a scaglie e a gemma o a spacco pieno effettuato su portainnesti molto giovani e vigorosi.
La protezione del punto d'innesto è auspicabile per impedire il contatto del parassita con l'ospite. mentre è prettamente precauzionale per gli innesti eseguiti nei vivai, diventa indispensabile nella riconversione dei cedui e nei castagneti da frutto tradizionali, quando si devono innestare non domestici o polloni di grosse dimensioni. 
La difesa del punto d'innesto è stata realizzata con persistente efficacia impiegando mastici contenenti additivi biologici preparati presso il Centro di Firenze ma anche piu' facilmente addoperando della catramina a pennello molto piu' economica e molto efficace.

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